Il disturbo del desiderio. Come riconoscerlo.
Il desiderio, un concetto tanto astratto quanto presente in tutti noi. Infatti il desiderio ha un’etimologia molto simbolica, è un termine di origine latina, deriva dalla composizione della particella privativa “de” con il termine latino sidus, sideris (plurale sidera), che significa stella. Dunque “desidera”, da cui “desiderio”, significherebbe, letteralmente, “condizione in cui sono assenti le stelle“. Il termine ha origini antiche: quando il cielo era coperto dalle nuvole, gli aruspici non potevano fare divinazioni e profezie, i viaggiatori non potevano orientarsi, quindi l’assenza di stelle accendeva in quegli uomini qualcosa che si spegneva solo quando queste riapparivano.
Il desiderio perciò è qualcosa che manca, un’assenza, una spinta che ci fa tendere verso qualcuno o qualcosa. Desiderare sessualmente, significa essere attratti dal corpo (e non solo) dell’altro, con una tensione erotica che ci attraversa.
Se questo è in breve il desiderio, in cosa consiste il disturbo del desiderio?
Esso si può dividere in tre tipologie:
- Disturbo del desiderio ipoattivo
- Disturbo del desiderio iperattivo
- Disturbo da avversione sessuale
Nel primo caso, il disturbo del desiderio ipoattivo, i sintomi sono diversi e le cause possono essere moltissime. La persona non riesce ad avvertire desiderio sessuale e non ha fantasie erotiche. Questo disturbo, come gli altri della sua categoria, può essere primario, ovvero esserci da sempre, o secondario, ovvero essersi generato dopo un evento (non per forza traumatico). Inoltre può essere generalizzato, che consiste nel non provare desiderio per nessun altro individuo, o situazionale, ovvero non provare per esempio attrazione nei confronti del proprio partner storico, ma provarne per individui con cui non si ha una relazione.
I motivi sono davvero infiniti, ma spesso alla base di questo disturbo è possibile trovare una difficoltà nel lasciarci andare al piacere, e per piacere non intendo solamente quello sessuale, ma intendo tutti quei piaceri quotidiani che ci dovremmo e potremmo concedere. Se si chiede ad una persona con questo tipo di disagio di pensare ad una situazione che le da piacere, che la fa rilassare e sentire in pace con se stessa, avrà molta difficoltà nel rispondere, perchè spesso queste persone non si concedono piaceri in generale e non si permettono di avere desideri.
Ma cosa fa scattare il calo del desiderio sessuale? Prima di tutto và detto che l’amplesso comunemente è costituito da diverse fasi, ovvero il desiderio > l’eccitazione > l’orgasmo > la risoluzione. La risoluzione è la fase in cui si prova soddisfazione o insoddisfazione nei confronti dell’atto che si è appena consumato e perciò può attivare nel caso di un esito positivo, o disattivare nel caso di un esito negativo, il desiderio sessuale. E’ un modello circolare, quindi quando non ci sarà una risoluzione totalmente soddisfacente, la persona non sarà stimolata nel riproporre quell’azione sessuale e avrà un calo del desiderio.
Questo accade quando il calo del desiderio è limitato ad un fattore sessuale, ma in alcuni casi la mancanza di desiderio può essere una conseguenza di un disturbo depressivo che perciò và ad influenzare anche la sfera sessuale insieme alle altre sfere della vita in cui la depressione si insinua. In questo caso soprattutto l’aiuto psicologico dovrebbe essere incentrato sul disturbo depressivo per poi risolvere parallelamente anche il disturbo sessuologico.
Passando alla seconda tipologia, il disturbo del desiderio iperattivo è più famoso con il nome di ninfomania per le donne e satirismo per gli uomini. Sostanzialmente consiste in un desiderio continuo e patologico, una continua necessità di fare sesso; secondo il DSM si cade nella patologia quando viene compromessa la dignità dell’ individuo che soffre di questo disturbo o quando i comportamenti sessuali in questione potrebbero essere pericolosi per la persona stessa e terzi.
Nonostante sia socialmente meno considerato, questo disturbo apporta una grandissima sofferenza tanto quanto il disturbo precedentemente descritto. Infatti è una vera e propria dipendenza, e il trattamento sessuologico terapeutico deve riprendere proprio le modalità che si riservano alle altre dipendenze come la tossicodipendenza o l’alcolismo ecc.
Per quanto riguarda la terza tipologia, il disturbo da avversione sessuale consiste nella ripugnanza che un soggetto prova nei confronti dell’attività sessuale; secondo il DSM il soggetto affetto dal disturbo prova una persistente o ricorrente avversione verso la sfera intima ed evita sempre, sempre o quasi sempre il contatto con i genitali del partner.
Come facilmente si può intuire, ciò causa una notevolissima difficoltà nelle relazioni intime e la persona, quando viene coinvolta sessualmente, può arrivare a provare ansia, in alcuni casi si arriva a veri e propri attacchi di panico oltre a paura e disgusto.
Le cause possono essere moltissime come nei disturbi precedenti le cause possono essere infinite, ma per fare qualche esempio possiamo considerare esperienze sessuali traumatiche, educazione familiare molto repressiva e sessuofobica, informazioni sul sesso inadeguate o addirittura non veritiere, aspettative eccessive o comunque inadeguate relativamente ai rapporti sessuali e all’intimità sessuale in generale, timore di una possibile gravidanza o paura di provare dolore durante l’amplesso.
Anche in questo caso il trattamento terapeutico non è solamente sessuologico ma è globale, esteso cioè alla persona tutta, nella sua interezza e specificità, perché ogni individuo ha una storia unica e và guardato e ascoltato in modo altrettanto unico.
Per questo disturbo e per tutti gli altri (Disturbo dell’identità di genere, Disturbo dell’eiaculazione maschile, Disfunzione erettile, Disturbo dell’eccitazione femminile, Anorgasmia femminile) è importante non sentirsi soli e comprendere che ci sono dei professionisti competenti e pronti ad aiutare, poichè se il disagio è psicologico è anche superabile attraverso un percorso impegnativo ma soddisfacente. Tutti si meritano di vivere la sessualità in modo libero e sereno.
Per avere una panoramica più ampia rispetto ai disturbi sessuali e alla sessuologia clinica contemporanea, potete guardare la mia intervista per Medicina Regione Lazio presso Radio Roma Capitale.
Per informazioni:
Dott.ssa Veronica Cicirelli – Psicologa, Psicosessuologa.
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