Cuckolding: Cos’è?
Partiamo subito dal significato di questa parola a livello etimologico per poi in seguito spiegarla a livello simbolico.
Cosa significa Cuckold?
Cuckold proviene dal termine francese “cucuault” che fa riferimento alla femmina del cuculo, che ha l’abitudine di deporre le proprie uova nei nidi degli altri uccelli. Questo significato si è poi evoluto popolarmente accostando questa parola, cuckold (in inglese) con un uomo “cornuto” ovvero vittima di adulterio.
Ma il cuckolding cos’è nello specifico?
È una pratica decisamente diffusa negli ultimi anni, nonostante se ne parli poco. Un uomo (ci sono anche versioni femminili, le cuckquean, più rare) si eccita nel guardare la propria donna avere un rapporto sessuale con un altro partner.
Modalità e “termini tecnici”
Ci sono poi molte modalità, tante quante possono essere i gusti delle persone, quindi in alcuni casi il cuckold osserva e basta durante l’amplesso. Altre volte prende parte all’attività, altre ancora si fa avanti solo dopo che ha terminato l’altro partner per concedersi intimità con la compagna.
Il partner “aggiunto” viene chiamato “bull”, ovvero toro e rappresenta la potenza e la possenza che simboleggia questo animale. Mentre la compagna viene definita “sweet”, termine che simboleggia l’affettività e il sentimento verso il proprio compagno e mai nei confronti del “bull”, che però và in contrasto con l’azione poco innocente del “tradire”.
E’ una pratica sana quando:
È importante specificare che questa pratica, se svolta in modo sano, coinvolge tutte persone consapevoli e consenzienti che condividono questa passione, vivendola come un modo alternativo per vivere la propria sessualità di coppia e per accendere il desiderio. È sicuramente una modalità fuori dagli standard comuni, ma non per questo deve essere etichettata a prescindere come una pratica perversa.
Quand’è che diventa una parafilia?
Come tutte le parafilie, diventa tale quando le persone in questione non riescono ad eccitarsi in nessun’altro modo e il cuckolding diviene l’unica modalità per donarsi reciprocamente piacere. Infatti in questo caso la troppa selettività e categorizzazione di un comportamento sessuale, può diventare invalidante per un partner o per entrambi.
Può intaccare negativamente la vita di coppia, sessuale e non. In questi casi, se ci si rende conto di vivere una difficoltà e non si riesce ad uscire da questo unico modo di vivere il sesso, è utile rivolgersi ad un esperto.
Se la passione non è condivisa?
Un altro caso di cui è importante parlare è quello in cui questa passione non sia condivisa. Infatti può accadere che solamente uno dei due partner abbia questa inclinazione sessuale e l’altro non abbia la minima intenzione di assecondarlo. Subentrano così emozioni reciproche come la frustrazione, l’insoddisfazione, la rabbia. Anche la sensazione di non essere abbastanza per l’altro, di non sentirsi amati, perché da entrambe le parti sussiste incomprensione e giudizio.
È importante in questi casi non giudicare l’altro e accettare ciò che desidera, senza necessariamente cedere al desiderio altrui se non è in linea con il proprio.
È una pratica complessa dal punto di vista psicologico. Infatti coinvolge molte dinamiche intrapsichiche come la gelosia, l’abbandono, il rischio, la trasgressione e anche un pizzico di sadomasochismo. Ma se svolta con rispetto e consenso, come in tutte le pratiche sessuali, è solamente un’alternativa ai grandi classici della sessualità.
Per avere una panoramica più ampia rispetto ai disturbi sessuali e alla sessuologia clinica contemporanea, potete guardare la mia intervista per Medicina Regione Lazio presso Radio Roma Capitale.
Per informazioni:
Dott.ssa Veronica Cicirelli – Psicologa, Psicosessuologa.
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